“Mancò la fortuna, mai il valore”

A Dorgali (Nuoro) nel 1897 nasce Bachisio Fancello figlio di un intagliatore di legno che in sardo suona “pintare” e così la sua famiglia divenne quella dei “Pintulinu”.

Bachisio Fancello e la sua invenzione

Falegname, ritrattista e fotografo Bachisio aveva nel sangue l’amore per il cinema. Nel 1923 si accorse che non sopportava che le immagini scorressero sullo schermo non coniugate dalla voce. Separò da un grammofono la tromba e unendo i solchi dei dischi accoppiò il suono al proiettore. Il cinema ora “parlava”.

Occorreva adesso “monetizzare”. Il 26 gennaio del 1924, andò a registrare il brevetto al Ministero dell’Industria a Roma. 

Scrisse al famoso musicista Gavino Gabriel, che viveva a Milano. Gabriel lo invitò a una pubblica dimostrazione, ma “Pintulinu” non accettò la sfida. Pensò di volare molto più in alto e scrisse ai Fratelli Lumiére : avrebbe voluto incontrarli a Parigi. “Venga, venga pure e ci porti il suo brevetto.” Tenace come i ginepri d’Ogliastra e granitico come il Limbara, Fancello si appresta a partire. Prepara i bagagli, ma… il brevetto non si trova!!! Lo cerca e lo ricerca, senza trovarlo. Butta tutto all’aria. E’ furente, disperato e poi rassegnato. 

Dove andarono a finire quei progetti?

Silvia Lidia Fancello, nipote di Bachisio racconta che quei fogli finirono nelle mani di una persona molto vicina a nonno Bachisio”. Chi ? La nipote non fa nomi. Uno di famiglia? Un amico fraterno? Mistero. Il 1924 non passerà alla storia. Curioso il fatto che nello stesso anno il messinese Giovanni Rappazzo, venne a insegnare alle industriali di Cagliari. Lui pochi anni prima, partendo da altri presupposti, arrivò ugualmente al cinema sonoro. Ma non ebbe soldi per rinnovare i brevetti e gli originali gli vennero trafugati. Insomma due geni anche della sfortuna. La storia del cinema avrebbe potuto avere un’impronta mediterranea, ma così non fu. L’americano Fox colse la palla al balzo e chiuse la partita. “ Mancò la fortuna, mai il valore”. 

1 commento su ““Mancò la fortuna, mai il valore””

  1. Grazie Luigi. Purtroppo la strada del progresso tecnologico fino alla prima metà del ‘900 è lastricata di italiani che per ragioni pratiche, economiche, di fatalità, non sono riusciti a brevettare o ai quali il brevetto, sempre che siano riusciti a farlo, e’ stato sottratto, rubato, comprato…
    Pero’ immaginare che questo sia avvenuto anche in uno sperduto paesino sardo nel nuorese fa sperare che la visionarieta’ e la capacita’ di immaginare “oltre l’as-is” si possano davvero annidare ovunque…!!!

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