Il dvd del film era dietro un libro di Truffaut. Non che avessi dimenticato di averlo, ma quando certe cose riafforiano così all’improvviso, allora occorre capire il perchè, il dove, e tanto altro. Il mio amico (e visionario) Gianni è un grande estimatore del film e da poco mi aveva detto di averlo rivisto.
Conseguenza logica è stata l’immpellente necessità di rivederlo. Al termine della visione, gli ho inviato un “nuovo” commento sul film che condivido qui con qui avesse voglia, come me, di ritornare a Venezia.
Ho rivisto “Morte a Venezia” dopo tanto tempo. Mi sono distaccato dalla sceneggiatura e quindi dal romanzo e mi sono dedicato a carpire la regia di Visconti.
La sequenza iniziale del film viene “cullata” dall’Adagietto di Mahler e senza perdere tempo “veste” la visione e le da un imprinting indelebile. E non solo la musica.
Subito molte anticipazioni (le famose esche cinematografiche) …. i ragazzi che scompigliano l’atmosfera all’arrivo del traghetto, l’uomo grossolanamente truccato che va incontro al protagonista…maschera di perversa allusione e soprattutto maschera di fatale decadenza, e quindi, morte.
Dopo pochi minuti tutto implode e ormai non importa più se chi vede il film abbia o meno letto il romanzo o ne sappia la narrazione,
E’ Visconti ora che si sottrae al tutto ricreando il tutto. Il “sudore” delle immagini diventa dialogo e la struttura visiva si appoggia alla recitazione di Bogarde e alla “sospesa” bellezza di Tazdio.
Visconti copre ogni cosa in un’atmosfera decadente non per il tema trattato ma nell’impercettibile tono dei colori, i gesti sottratti nelle formalità dell’epoca, il “finto” ritmo del montaggio dove la lotta tra frenesia vitale e attesa della morte sono appese ad un filo sottile fatto di stati d’animo visivi.
Alla fine della visione, il film, e quindi la storia, “sembra” non aver raccontato nulla e, per assurdo, è proprio così non nel negare quello che si vede ma nel trovare quello che non si vede. La regia sembra scomparire proprio nel momento in cui si sublima.
In fondo è quello che accade alla morte, che sa di essere inutile senza la vita.
Prova
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